Broni Oltrepo pavese

Barbacarlo

Incontrare Lino Maga fa apparire quasi superfluo visitare le vigne e bere i suoi vini. Ottantenne, una battaglia durata una più di 20 anni in quel di Broni, nell'Oltrepò Pavese, per tutelare la propria collina del Porrei ceduta dal bisnonno Carlo ai nipoti alla fine del XIX Sec e da allora chiamata Barbacarlo (con una vigna posta a 300m s.l.m. con inclinazioni del 70% e un lavoro sfiancante da condurre solo a mano). Una terra di famiglia, un luogo dove tre generazioni sono cresciute attorno e nei filari. Nel 1970 viene istituita la Doc Oltrepò Pavese ed il nome Barbacarlo scippato e concesso a poco meno di una 50na di comuni ritenuti affini per condizioni pedoclimatiche e capacità di produzione. Lino Maga si oppone a tutti: consorzi, produttori, denominazioni, si oppone alla politica e quello che lui chiama "il sistema". Analizza tutti i vini prodotti dai colleghi a nome Barbacarlo sostenendone in proprio le spese e certificandone con un notaio l'assenza di qualsiasi similarità con la terra della collina del Porrei. Una prima importante vittoria riconoscerà che la sottodenominazione/sottozona Barbacarlo possa essere utilizzata solo per i vini prodotti dalla vigna Barbacarlo. Ma quel nome fa gola a molti. Sinonimo di vini genuini, di grande eleganza, senza età, romantici, hanno conquistato negli anni presidenti della Repubblica, cardinali, filosofi, scrittori, attori, figure di grande credibilità. Diventa un nome di fantasia per le aziende estromesse, escamotage per partecipare in qualche maniera al succcesso di Lino Maga. Cosi la battaglia prosegue, estenuante sino alla risoluzione finale quando otterrà l'utilizzo in forma esclusiva del nome Barbacarlo. Saranno passati più di 20 anni nel frattempo. Nei suoi occhi, filtrati dal fumo delle sigarette accese una dietro l'altra, appare la stanchezza e nelle poche parole il disincanto di chi ha dato l'esistenza ed il proprio amore per questo territorio ed il suo vino, combattendo da solo. Ha anticipato tutti valorizzando una microzona prima che il termine cru e terroir diventasse moda, ha lavorato solo con fatica e amore prima che termini come biologico e naturale fossero sulla bocca di tutti. Ha dato profondità ad una denominazione che nel tempo si è liquefatta, disgregata. Ha dato dignità ai contadini, ai viticoltori lottando per un'identità. Ha vinto. Oggi, più dei suoi vini eterni, vale molto il suo esempio di rigore, rettitudine e caparbietà che resisterà nel tempo grazie alle sue bottiglie.

 

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