Spesso su internet ci imbattiamo in articoli, blog post o discussioni nei forum in merito ai vini naturali. Ció che spesso emerge é la drastica contrapposizione tra chi li difende ed elogia a spada tratta da un lato e chi invece li critica come moda passeggera o inesistenti. Chiaramente le tecniche di coltivazione e di vinificazione dei vini naturali rendono difficile la conversione di grandi cantine: voi rischiereste i profitti di un'anno intero dando in mano alla natura il potere di decidere sulla fermentazione alcoolica (tempi, lieviti, profumi, etc)? Per questo motivo in molti casi la diatriba mediatica sui vini naturali é tra piccoli produttori da un lato e grandi produttori dall'altro (difficilmente la grande dimensione può andare a braccetto con viticultura e vinificazione naturale).
E' pertanto con grande piacere che abbiamo letto l'articolo del New York Times sui vini naturali di alcuni giorni fa. Un articolo di elogio dei vini naturali che proviene dalla terra delle multinazionali, degli OGM, del focus sulla quantitá più che sulla qualitá quando si parla di cibo e vino (questo, fortunatamente, sta un po' cambiando...) e delle guide e punteggi che regolano le sorti delle importanti maison. Due cose hanno catturato la nostra attenzione nell'articolo. Da un lato l'ennesima conferma che chi lascia i vini convenzionali per provare i vini naturali difficilmente torna indietro. Noi lo diciamo talmente spesso da essere perfino noiosi. Ci fa piacere che il New York Times ci tolga dall'imbarazzo confermando la stessa cosa! :-)
L'altro aspetto interessante é il riferimento alla rivoluzione che sta avvenendo (in realtá giá da tempo) in ambito culinario ed il contemporaneo espandersi della presenza di vini naturali all'interno delle liste di alcuni tra i piú rinomati ristoranti stellati. Seguendo le indicazioni dell'articolo, siamo andati a sbirciare la carte dei vini di Noma (famoso ristorante pluristellato che é stato in passato eletto come n.1 al mondo). Con nostra piacevole sorpresa abbiamo trovato conferma di quanto scritto dal New York Times. Certo, lo spazio dedicato all'Italia é davvero limitato rispetto alla preponderanza dei francesi. Ma ci viene da dire: pochi, ma buoni! Notiamo la presenza di diverse cantine produttrici di vini naturali: Radikon, Lammidia, La Stoppa, Dinavolo, Princic. Un tripudio di natura. Tra i vari nomi anche il "nostro" Zidarich. Ne siamo felici.
Che sia davvero l'inizio di una rivoluzione?
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