Princic Carso

Dario Prinčič

Oslavia, appena fuori dalla città di Gorizia. Dalle colline qui su si distingue il fiume Isonzo, la Nuova Gorizia sul versante sloveno e l'Ossario a pochi metri, memoria di una terra che ha conosciuto immani sofferenze. Tra le due Guerre Mondiali questi luoghi di confine sono stati teatri di combattimenti sanguinosi e hanno subito una grande devastazione. Rimangono abbandonate e desolate per un lungo periodo sino alla ricostruzione post bellica degli anni '50. Qui si coltivava storicamente uva bianca, impiantata sotto l'impero asburgico. Con la rimappatura dell'Europa e l'annessione all'Italia in questi luoghi viene progressivamente persa la tradizione dei padri di lavorare i bianchi come vini rossi, con macerazioni sulle bucce. E' un'Italia in espansione attratta dalla modernità e dalla ricostruzione. Ma l'eredità di due Guerre Mondiali e di troppa sofferenza, spinge alla fine degli anni '80 un piccolo gruppo di coltivatori (tra i quali Radikon e Gravner) ad allontanarsi da quell'approccio moderno, tecnologico ed internazionale per recuperare un sapere dei nonni e una viticoltura proto-naturale senza ricorso a sostanze chimiche. Dario Prinčič , dopo anni di conferimento ai grandi imbottigliatori, decide di lavorare le proprie uve e sceglie la strada delle macerazioni che storicamente venivano fatte per estrarre tannino dal'uva, un antiossidante e conservante naturale del vino. Dal 1988 coltiva 7 ettari di vigne ad alta densità (8000 ceppi/ha) su suoli composti dalla tipica ponca (calcio friabile / marna calcarea) e da argilla, con esposizione a sud-est ed importanti inclinazioni, lavorando tutto a mano e senza ricorso a concimi chimici o elementi esogeni in cantina. Solo 25 mila bottiglie suddivise tra i varietali che hanno storicamente raccontato questa terra: Ribolla Gialla, Pinot Grigio, Friulano, Cabernet Sauvignon e Merlot. In cantina fermentazioni spontanee con macerazioni variabili ( dagli 8 ai 45 giorni ) in tini di rovere aperti, senza controllo di temperatura nè aggiunta di solforosa e con follature quotidiane manuali. Affinamento in  grandi botti esauste e illimpidimento spontaneo in vasche di acciaio prima dell'imbottigliamento. I vini di Dario Prinčič sono considerati oggi una delle espressioni più autentica di questo territorio e dei vini orange, con profili aromatici estremamente complessi e un' identità unica.

 

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