I Cacciagalli

Campania. Area nord-occidentale al confine con il Lazio. Siamo tra Teano e Caianello, in provincia di Caserta, stretti tra l'Appennino ed il mare. Là dove ancora una volta è un vulcano (in questo caso il Roccamanfina) a condizionare in maniera decisiva suoli e coltivazioni, conferendo a questi straordinaria fertilità e grande quantità di sali minerali.  Qui Diana Iannacone, studi in agronomia, dal 2006 porta avanti la terra e la masseria che sin dal 1600 appartiene ai suoi antenati, tramandata di generazione in generazione sino al bisnonno e poi al nonno, figura importante che le trasferirà il senso e la magia della terra. Nel suo percorso incontra Mario Basco, che diviene marito e importante compagno di viaggio nel mondo del vino. 35 ettari di terra che si snodano tra noccioleti, castagneti, ulivi e, di questi, 9 ettari impiantati a vigneto e condotti in biodinamica. Solo uve del territorio e della tradizione: Fiano e Falanghina per i bianchi, Aglianico, Pallagrello Nero e Piedirosso per i rossi. Vigneti a 200-300 m slm, con densità poco inferiori alle 5000 piante/ha e con rese tra i 50/60 q.li per ettaro per un totale di 25 mila bottiglie. Dal 2012 la scelta di produrre ricorrendo solo a contenitori in terracotta nella convinzione che possano permettere macerazioni sulle bucce più lunghe ottenendo maggiore eleganza e complessità rispetto a legno ed acciaio. Oggi avviano fermentazioni spontanee e affinamenti dei loro vini in 22 distinte anfore, ripercorrendo anche nella scelta dei vasi l'antica tradizione romana e giocando ad interpretare le uve in tagli e versioni che meglio siano in grado di esprimerne il grande potenziale. Il risultato sono vini di grande armonia ed equilibrio, delicati, vivi. Nessuna eccessiva estrazione, riduzione o ossidazione, molta finezza.

I Cacciagalli è membro di Les Renaissance des Appellation.

 

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