Ajola

Sugano. Frazione del comune di Orvieto. Arroccato a poco meno di 500m slm, individua sulla carta geografica quel luogo di mezzo dove Toscana, Umbria e Lazio si abbracciano nel raggio di pochi chilometri. Non molto lontano dorme il Lago di Bolsena, epicentro di un'area dove si stanno affacciando sempre più spesso realtà capaci di recuperare una tradizione agricola attraverso vini franchi, autentici e di grande onestà (Gazzetta, Il Vinco, Andrea Occhipinti, Le Coste di Gradoli, Podere Orto).  Ajola è Jacopo Battista, agronomo, che nel 2011 decide di acquistare un vecchio vigneto abbandonato - di poco più di 2 ettari - alle porte di Orvieto. Lo aiuta nel suo progetto e nel lavoro ti tutti i giorni Gigi, che dedica amore e attenzione alla coltivazione anche di piante da frutto, ortaggi ed ulivi. L'imperativo è il ritornare a valorizzare le pratiche contadine del passato per vini di grande genuinità, contadini, veraci, senza nessun ricorso ad elementi estranei alla stagione, alla terra e alla spontaneità di questi luoghi. La copertura delle piante dagli agenti patogeni è gestita con minime dosi di zolfo e rame ed infusi di ortica. In cantina le fermentazioni sono spontanee e non vi è alcun ricorso ad anidride solforosa. I vini possono sembrare semplici, diretti ma indubbiamente veri, coerenti con la stagione che li ha generati, senza uno stile enologico. Jacopo è in una grande fase di sperimentazione (con i vasi di vinificazione ed affinamento e con i varietali autoctoni); poche bottiglie in continua trasformazione per comprendere le vigne ed il miglior modo per esprimerne le potenzialità. Vini sinceri che fanno riconciliare con un mondo senza sofisticazioni, troppo spesso surclassato da un industria senza identità.

 

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