Il Vinco è il ramo di salice utilizzato in passato per la legatura della pianta. A questo legame si sono ispirati tre ragazzi giovanissimi nel 2014 (Daniele Manoni, Marco Fucini e Nicola Brenciaglia), quando hanno deciso di riunirsi per scrivere anche loro una pagina importante nel processo di riscoperta e riqualificazione del territorio del Lago di Bolsena attraverso uno degli uvaggi più autentici e della tradizione: il Canaiolo (Nero) o Cannaiola. Siamo a Marta, piccolo paesino a sud del lago. Luogo di terra vulcanica magnifica, con suoli franco-sabbiosi e franco-argillosi, altitudini tra 250 e 450 m slm e brezza costante. Qui sotto la supervisione di Andrea Occhipinti (altro alfiere della rinascita di questa terra attaverso le mille interpretazioni di Aleatico) conducono due vigneti per poco più di 2 ha in totale (uno dei vigneti a piede franco) da cui ottengono un bianco (da uve Procanico, Roscetto e Malvasia) e due rossi (da uva Cannaiolo Nero), vini risultato di una viticoltura naturale, rispettosa e non interventista e di vinificazioni per nulla sofisticate (acciaio e cemento) per poco più di 3000 bottiglie caratterizzate da grande freschezza, bevibilità e goduria. Veri inni al territorio e alla natura.
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