Josef

Josef. Ponti sul Mincio. Alti colli mantovani.

Alle spalle di Peschiera del Garda dove le colline moreniche guardano la coda del Lago di Garda defluire nel Mincio, Luca Francesconi realizza un'idea intima, personale e controcorrente. Nel 2014 senza alcun legame con questo mondo, decide di lavorare vecchi appezzamenti di varietà autoctone presi in affitto e di ampliarli negli anni a seguire (con selezioni massali) sino agli attuali 5,5 ettari dislocati nei comuni di Cavriana, Mozambano e Ponti sul Mincio. Ma questa è la terra dove domina indiscusso il Lugana, vino vincente e idolatrato (all'estero, in primis in Germania), il che rende questa scelta ancora più drammatica e meritevole. Luca riscopre e mette nuovamente a dimora i varietali di questo territorio stretto tra il Garda e le alte colline mantovane, proponendoli sempre in assemblaggio all'insegna di un'idea di coralità e pluralità che lo seguirà in tutte le sue scelte (vigna, cantina, assemblaggi). Filari di Negrara Trentina, Schiava, Rossetta, Tokai, Rondinella, Garganega, Rossanella (o  Molinara), Marzemino, Trebbiano, Marzemino Padovano o Bianca Fernanda si alternano ad alberi da frutto o interfila dove crescono spontanee colture utili ad una biodiversità che è ricchezza di vita in vigna. Le lavorazioni sono solo a mano, minuziose, minimali, tra apezzamenti sparsi di qua e di là, fatti di pochi filari, a volte centenari, in alcuni casi senza portainnesto. Nessun ricorso a prodotti di sintesi, atti e gesti sono ispirati a pratiche biodinamiche. In cantina si assecondano stagione, tempi di fermentazioni e caratteristiche delle uve. Solo lieviti indigeni, nessun controllo delle temperature, nessuna filtrazione o attività che possa piallare l'identità che terra e andamento climatico hanno assegnato all'uva. Vini dal passato, territoriali e coraggiosi.

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