La Distesa Corrado Dottori

La Distesa

Corrado Dottori da Cupramontana. Classe '72, cresce e si forma a Milano, dove completa anche la propria carriera scolastica con una laurea alla Bocconi in Economia Politica. Qui giunge al culmine anche la sua prima esistenza, un limite reso più manifesto e urgente dall'impiego in una grande banca d'affari dove le regole dell'economia globale e dell'illusione di un benessere collettivo attraverso la logica del profitto ad ogni costo sembrano l'unico dogma nel pieno degli anni '90. Corrado a Milano alla fine del millennio è un percorso che affronta un capolinea: è tempo di bilanci, di quesiti profondi, di progetti e di sogni. Così decide di spogliarsi di tutto. Con la compagna Valeria disegna un modello di vita più equo, più lento ed onesto. Si trasferisce a Cupramontana, terra di vissuto e ricordi estivi, luogo natìo di due generazioni dei Dottori. Il secondo tempo della sua esistenza nasce con l'intento di ristrutturare la casa di campagna e farne un agriturismo. Ma siamo a Cupramontana, epicentro del Verdicchio. Quell'ettaro di vigna piantanta dal padre negli anni '80 diverrà il testimone padre-figlio ed il senso di una nuova vita. Ai primi anni del 2000 il movimento dei vini naturali è ancora in fase embrionale. Angiolino Maule e Stefano Bellotti sono già avanti in un moto di rottura verso l'ortodossia enologica di quegli anni. Corrado Dottori in 20 anni diverrà uno dei vignaioli etici più profondi e pensanti. Un animo inquieto, onesto osservatore del mondo (enologico) con i suoi limiti e controsensi, libero da schemi e pacifico accusatore di luoghi comuni e mode, propri anche di questo settore. Un pensiero sincero e pragmatico, spesso dolceamaro, comunicato attraverso libri, bottiglie, film/documentari iconici e ogni forma valida a riattivare le coscienze sopite. I suoi vini diventano il riferimento al naturale del bianco (Verdicchio) della regione. Per non scadere nell'autoreferenzialità, crea e diffonde una cultura della condivisione ed un modello di lentezza e rispetto del territorio: nasce Terroir Marche, collettivo di uomini e idee accomunati da un pensiero sostenibile verso la propria terra. Oggi coltiva 8,5 ha di vigne e 6 ha di seminato, qualche ulivo ed un orto, il tutto adagiato in collina a 300 m slm. Coerente con le proprie scelte di rottura è rimasto a Cupramontana dove ha scritto un nuovo paradigma di Verdicchio allontanandolo da un'identità preconfezionata, attingendo dalla tradizione ma declinandolo in funzione di annata e terra. Un vignaiolo imprescindibile, fonte di pensieri e atti che sono (stati) il vero fondamento di tutto il movimento al naturale.