La Stoppa

La Stoppa

Per chi si avvicina al nostro mondo dei vini al naturale, il paradigma de La Stoppa rappresenta una tappa necessaria per capire il senso di tutto un movimento e dei suoi valori. Siamo in Val Trebbiola, a Rivergaro sui Colli Piacentini. Una terra invero che la storia ci ha sempre consegnato come luogo di produzione di vini semplici e quantitativamente importanti grazie alla presenza di cantine sociali e cooperative attente al mercato. La tenuta risale alla metà dell'800. Apparteneva al ricco avvocato genovese Giancarlo Ageno, che decise di piantarci vigneti comprendendo le potenzialità del luogo. Inizialmente erano varietali locali, Barbera e Bonarda. Con la diffusione della fillossera tra la fine dell'800 e i primi del '900 - dovendo reimpiantare - decise di sperimentare l' inserimento anche di varietà internazionali quali Pinot Nero, Sauvignon Blanc, Chardonnay, Tokay, Grechetto, Pinot Gris, Cabernet Sauvignon etc.con l'ambizione di emulare i vini delle grandi regioni francesi (Bordeaux, Bourgogne, Sancerre). Negli anni '70 la tenuta viene acquistata dal padre di Elena Pantaleoni, attuale proprietaria. Elena entra in azienda negli anni '90, coadiuvata da Giulio Armani, deus ex machina della rinascita al naturale della viticoltura piacentina (anche alle supervisioni e ai consigli di Giulio sono da ricondurre le affermazioni nel tempo dei Vini del Poggio, Casè, Podere Pradarolo, etc). I primi 20 anni serviranno ad entrambi per comprendere le caratteristiche e le aspettative dei varietali internazionali: per questo verranno vinificati da Giulio Armani solo separatamente e per singolo vigneto. Un lavoro attento e minuzioso che porta ad una delle decisioni più coraggiose del tempo (consideriamo anche che in quegli anni i varietali internazionali erano i più apprezzati dal mercato e alla Stoppa si trovavano già con vigneti di 70 anni di età): estirpare le vigne delle uve a maturazione più precoce. I Colli Piacentini mostrano temperature calde, altitudini lievi (250 m slm) e i varietali internazionali maturano troppo presto perdendo freschezza e accumulando zuccheri ed alcol. La svolta porta al reimpianto delle sole uve della tradizione e del territorio: Barbera (nota per la sua marcata acidità), Bonarda e Malvasia di Candia. Viene ripensato il lavoro in vigna ed in cantina, ricorrendo ad atti e pratiche rispettosi della natura e dei suoi cicli. La Stoppa si estende per 32 ettari vitati e 28 destinati a bosco. Oggi la loro gamma rappresenta pienamente la storia e la tradizione di questo territorio: lunghe macerazioni sulle bucce, ricorso a contenitori neutri in vinificazione (acciaio / cemento) e lunghi affinamenti consentono di apprezzare in maniera netta l'identità di un territorio, di un vitigno e di un'annata e di rigettare qualunque stile costruito per intercettare il gusto del mercato. Il mondo del vino naturale deve riconoscere un grande tributo ad Elena e Giulio per aver indicato prima di tutti una direzione che oggi è alla base della diffusione del movimento naturale in Italia.

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