Luca Bevilacqua

L'Abruzzo dei giovani vignaioli è un'onda che sta crescendo vertiginosamente. Marco e Davide di Lammidia sono stati i primi ad imboccare una strada nuova per vini immediati, democratici e senza fronzoli; il loro effetto è stato talmente dirompente da generare contaminazioni e frammenti di novità e libertà in nuove microproduzioni (con)vincenti e di grande successo di altri colleghi. Cantina Indigeno, Luca Bevilacqua, i ragazzi laziali di Sete, tutti in qualche maniera hanno qualcosa di riconducibile all'influenza, all'esperienza e alla spinta di Lammidia. Non possiamo neppure dimenticare chi ha scelto approcci personali diversi, la giovane Cristiana Galasso di Feudi d'Ugni, o Andrea Ugolotti di Colle Florido, o i "veterani" Massimiliano D'Addario di Marina Palusci o MariaPaola Di Cato, Jole Rabasco dell'omonima cantina o Giuliano Pettinella. L'Abruzzo, Sancta Sanctorum dei vini fermi monumentali ed eterni, vive indubbiamente nell'ultimo periodo una fase di grande fermento e libertà.

Luca Bevilacqua vive ad Atessa nell'Alto Sangro abruzzese. Sommelier da circa 20 anni, pur ancora giovanissimo, vanta grande esperienza nel maneggiare e assaggiare bottiglie da ogni dove. Dopo tanti anni sperimenta in prima persona, da questo speciale punto di osservazione, un distaccamento e una stanchezza verso i vini così omologati e manipolati da indurlo a rincorrere il desiderio di un bere ed un gusto più vero e franco. Nasce l'idea di fare qualcosa di proprio. Nasce così LAB, come le iniziali dei suoi due bambini Lorenzo Amerigo e Leonardo Andrea Bevilacqua. Il pensiero va ai vigneti di famiglia, lavorati da sempre dal padre per una produzione pensata per amici, parenti e autoconsumo. 2,5 ettari in collina ad Atessa, di cui Luca oggi vinifica solo 1/4 dell'intera produzione. Una gran voglia di crescere in esperienza e di avere qualche bottiglia in più disponibile (la prima vendemmia 2006 ha restituito solo 3000 bt su 4 vini), ma anche una grande concretezza, prudenza ed umiltà. Crescere comporta investimenti in attrezzature, vasche, tempo e spazi. Oggi Luca vendemmia nei giorni di ferie e di riposo dal lavoro o negli scampoli di tempo rimasti dopo le ore dedicate al lavoro e alla famiglia. Un garagista vero, onesto ed esigente, consapevole delle difficoltà di un passaggio da una produzione domestica ad una più allargata con le insidie delle masse fermentate spontaneamente (senza ricorrere mai all'addizione di solforosa) ed un gusto di un pubblico più ampio. Ma la sua idea di vino è molto territoriale e spiazzante: è l'idea di una bottiglia accessibile a tutti, presente sul tavolo ad ogni pasto, veicolo di gioia e condivisione, presenza imprescindibile nel pasto abruzzese. I suoi vini non sono monolitici, non vogliono essere sofisticati, non cercano la struttura o l'alcol. Rincorrono la bevibilità e la gioia di un sorso in compagnia.

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