L'attività della famiglia Mariotti incomincia nel 1976 con il padre Giorgio. Siamo nel Parco del Delta del Po in provincia di Ferrara, in una zona denominata Bosco Eliceo, a meno di 1 km dalla spiaggia. Qui i terreni sono sabbiosi e la possibilità di impiantare a piede franco è una unicità da valorizzare. Sono anni in cui la superficie vitata sfiora gli 8000 ha. Giorgio Mariotti si inventa il lavoro di tecnico enologico e attraverso l'attività di analisi e consulenza prende coscienza nel tempo della tipicità dei vini prodotti nelle sabbie divenendo il principale promotore della denominazione: è lui ad avviare le pratiche al Ministero per l'assegnazione della Doc. Sono anni di studio e dedizione: la denominazione di origine controllata arriva nel 1989. Giusto il tempo di assaporare i frutti dei grandi sforzi di zonazione, di studio e recupero delle varietà locali e la comunità europea eroga con l'inizio degli anni '90 i primi contributi per gli estirpi. La scarsa specializzazione e competenza nell'allevamento della vigna unita al ricambio generazionale portano una contrazione nel decennio della superficie vitata da 8000 ha a 400 ha. Con la fine degli anni '90 Giorgio Mariotti individua e seleziona 2-3 poderi nell'area di Comacchio appartenenti alla doc storica e riesce a farseli concedere in affitto. La sua parabola di pioniere lo porta da consulente a produttore. Il figlio Mirco termina gli studi nel 1999. Nel 2000 entra in azienda e la loro cantina assume anche una forte valenza sociale. Poche piccole aziende vengono convinte a ripiantare qualche ettaro e con uno sforzo di progettualità timidamente si affacciano sul territorio. Manca tuttavia molta competenza agronomica (a fronte di una storica competenza nell'agrofrutta - l'area è una delle più importanti per la coltivazione di frutta per conserve) e mancano strutture di trasformazione dell'uva. Oggi Mirco Mariotti lavora 9,5 ha di cui 7 ha nella fascia costiera di Bosco Eliceo impiantati a Fortana. Senza l'esigenza di aumentare la produzione, ritira e lavora anche le uve di piccoli appezzamenti storici in zone vocate con l'idea di sostenere chi come lui prova a scommettere sulle potenzialità di un territorio. E' un tentativo di fare sistema e di recuperare un sapere per la natura e la biodiversità sacrificate nel tempo alla meccanizzazione agraria e alla globalizzazioe dei mercati. Come suo padre, così Mirco sente l'onere di tentare di riassegnare dignità a queste terre con la speranza di tracciarne un nuovo percorso enologico.
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