Nevio Scala

Si, proprio lui. Nevio Scala da Lozzo Atestino ai piedi dei Colli Euganei.

Vederlo dietro un banco di una fiera di vini al naturale sorprende perchè il pensiero corre improvviso alle sue imprese, al grande Parma degli anni '90, alle vittorie in campo europeo. Lui che ha calcato da giocatore e da allenatore i più grandi campi e stadi d'Italia e di mezzo continente. Eppure è di fronte a te. Con quella sua garbata discrezione che lo ha sempre contraddistinto. Personaggio silenzioso, pacato ed equilibrato. Sguardo e stretta di mano autentica e schietta. Ci ha fatto vivere gli anni di un calcio fatto di fatica e dedizione, anni in cui anche le piccole provinciali potevano diventare grandi. Nulla era impossibile se inseguito con umiltà. Lo avvicini e scopri che la sua vita è partita dai campi e dalla campagna e lì è ritornata. Lontano dallo stereotipo del calciatore/allenatore che ha investito le sue fortune in ristoranti o nel mattone, Nevio Scala è tornato all'azienda agricola che il padre aveva in affitto quando era piccolo, l'ha rilevata, ampliandola e ne continua oggi la gestione con i fratelli e con i figli. Forse non potrebbe esserci testimonie migliore per questo mondo (di vini) al naturale fatto con cuore e con rispetto, lontano da lustrini e da ambienti patinati. Nevio Scala rappresenta la coerenza, la semplicità e la spontaneità che dietro un viso duro esplode all'improvviso in un sorriso confortante. Difficile non dargli del tu, perchè fare vino al naturale vuol dire condividere senza distanze una visione della natura che rompe le barriere. E i suoi vini sono esattamente lo specchio del loro animo. Garganega in purezza, rifermentata in bottiglia o ferma, sono semplici e schietti ma delicati e spensierati, solari e spontanei come il loro sorriso, discreti come il loro carattere.

Parlandoci, si scopre la visione e realizzazione di un modello di produzione netto e preciso, con un fine importante: evitare lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali (suolo, acqua, aria), destinandole invece ad un'idea di sviluppo sostenibile nel tempo, dal punto di vista economico, biotico, ma anche sociale come parte fondamentale di una responsabilità d’impresa.

Così l'azienda vinicola diviene parte di un progetto più ampio che la vede affiancare un'azienda agricola impegnata su più fronti: nella produzione di seminativi (frumento, orzo e farro, colza, medicaio, soia, canapa, pisello e favino), nel rimboschimento del territorio (che di fronte allo sviluppo dell'agricoltura industriale negli ultimi anni ha visto diminuire drasticamente la presenza di alberi), nella produzione di olio (0,6 ha di ulivi sul monte Lozzo con varietà Rasara, Marzemina, Leccino, Frantoio e Moraiolo impiantate nel 1997) o infine nel ripopolamento nella parte umida di una micro-, meso- e macro-fauna inusuale per un territorio agricolo divenuto a sfruttamento intensivo ma ricco di fauna fino al secondo dopoguerra.

La vigna si estende su terreni vulcanico-alluvionali ed è impiantata principalmente a Garganega (3,4 ha messi a dimora nel 2015). Altre parcelle ospitano Merlot (0,6 ha messi a dimora nel 2016 e 0,5 nel 2017), Cabernet Franc (0,5 ha nel 2016) e Malvasia Istriana (1,1 ha impiantati nel 2017). Quest'anno sarà piantato Moscato Bianco e Giallo e innesti di marze di vecchie varietà autoctone (Turchetta, Recantina, Pataresca, Corbinona recuperate da vigneti dei colli Euganei). Per mantenere e promuovere la biodiversità tra i filari sono stati seminati veccia, pisello, favino, facelia, senape, colza e trifoglio e a bordo vigneti siepi composte da essenze autoctone come il nocciolo, il sambuco, il prugnolo, il sorbo e il biancospino che offrono rifugio e nutrimento ad un’ampia gamma di organismi utili, predatori dei principali parassiti delle colture. In vigneto ricorrono a quantità minime di rame e zolfo, niente pesticidi o prodotti di sintesi. In cantina il lavoro è ispirato dall'approccio del minimo intervento volendo valorizzare l'espressione del vitigno in relazione al territorio e alle caratteristiche dell’annata.

 

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