Pozzuolo del Friuli è un piccolo borgo di 6000 abitanti a sud di Udine, nelle Grave friulane.
Qui, a metà degli anni '80, il nonno di Alessandro Job investe nella Villa ( dimora estiva della famiglia ) e in terreni destinati a seminativo ( 20 ha ) e pianta poco più di 6 ha di vigne creando anche i locali di quella che oggi è la cantina. E' uno dei precursori del biologico in zona anche se la sua produzione è incentrata sulla vendita delle uve come conferitore.
Alessandro cresce tra la Toscana, il Friuli e Milano. Dopo gli studi in ingegneria gestionale, incontra a Milano sua moglie Lavinia. Alla morte del nonno, in famiglia ci si interroga su chi possa prendere il testimone della Tenuta. Dopo una breve parentesi di conduzione del padre, nel 2017 decide con la moglie di abbandonare tutto e dedicarsi all'azienda vinicola.
In questo gesto di libertà starà tutta la cifra stilistica della cantina.
Del passato viene mantenuto il rispetto della terra, esasperato oggi da un'attenzione ancor più stringente alla natura, ai suoi cicli e ai suoi principi che si è tradotta nell'applicazione dei principi della biodinamica. Ma è la loro libertà e freschezza nell'approccio alla viticoltura, per un'idea di vino non stereotipato, lontano da canoni scritti e da una tradizione cristallizzata ( che in questa area concepisce solo vini beverini e fruttati ), a proporre una visione nuova e personale tale da rendere Villa Job una delle realtà più interessanti nel panorama naturale friulano recente.
Ripartono da zero. Senza nozioni e conoscenze - del resto non sono figli di vignaioli - ma con l'obiettivo di esaltare e valorizzare la natura. Viaggiano all'estero ed in Italia, si confrontano con colleghi, fanno esperienza, ascoltano, osservano e studiano in maniera meticolosa, come la loro formazione scolastica impone. Con l'aiuto di geologi prendono consapevolezza della complessità dei suoli che li circondano : limo, argille, marne, arenarie su cui poggiano vigna ( 9 ha a quasi 100m slm) e granoturco bio, circondati da bosco, arnie e dal fiume Cormor. Scoprono le macerazioni, come strumento vero ed autentico di trasferimento dell' impronta di una stagione, di una terra e di un varietale al vino, senza manipolazioni, senza costruzioni od artifici. Aprofondiscono attraverso micro-vinificazioni l'utilizzo dei legni scolmi e delle ossidazioni. Riscrivono un registro al vino estremamente personale, intimo pur allevando le varietà tradizionali del territorio ( Schioppettino, Ribolla, Friulano, Pinot grigio, Refosco, Sauvignon Blanc) ora rilette secondo la propria sensibilità con brio ed estrosità. Una gamma di vini estremamente vivi e pieni di energia, moderni e dalla grande spontaneità.
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