BC Vino Bianco

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certificato
biodinamico

altri
naturali

produzione
garagista

Ottenuto da 50% Trebbiano e 50% Catarratto del millesimo 2017, raccolti da una vigna mista storica in Cerasa, vinificati in uvaggio con macerazione sulle bucce ed affinamento in botti grandi di acacia. Un grande bianco, equibrato, fresco e polposo, dal sorso pieno e sapido.

L.BC1/17

Ad incontrare Francesco Guccione si resta colpiti dai modi nobili, dal quel sorriso che accompagna ogni parola e dalla grande calma che lascia trasparire. Eppure la storia della sua famiglia è stata caratterizzata in passato da eventi drammatici e dolorosi. Oggi i suoi vini trasmettono serenità, tutto è finalmente alle spalle e Francesco è divenuto uno degli interpreti della Sicilia enoica più autorevoli e imprescindibili. La storia dei Guccione inizia nel 1200 in Contrada Cerasa di Monreale. Un feudo di 500 ettari di terra tra seminativo, animali, ortaggi, frutta e qualche vigna. Un'azienda a ciclo chiuso come si suole dire spesso ultimamente. E' il bisnonno Vincenzo nel secolo scorso, a cavallo tra le due guerre mondiali, a dare impulso alla viticoltura di famiglia sottraendo terra al grano che sempre più era oggetto di furto in un momento di razionamento. Il testimone passerà alla figlia Agata e successivamente al padre di Francesco, Leoluca che condurrà la cantina fino alla fine degli anni '90. Verrà a mancare agli inizi degli anni 2000, coinvolto ingiustamente in qualcosa più grande di lui, lasciando la moglie e i giovani figli senza terre. Nel 2005 Francesco ed il fratello Manfredi decidono di ripartire da dove il padre li aveva lasciati con l'unico appezzamento di famiglia rimasto. Ricominciano dal biologico e dalla biodinamica, recuperanzo semplicemente gesti e pratiche che gli anziani della famiglia e Leoluca avevano sempre messo in atto. Nel 2012 Manfredi scompare prematuramente in un incidente stradale. Francesco ora è solo. Con la sua terra. E' l'anno zero. Approfondisce lo studio della biodinamica. Incontra Nicolas Joly, comprende come adattare i principi steineriani alle condizioni di Monreale. Sviluppa un proprio approccio alla viticoltura, fatta di equilibri, osservazione, non interventismo, rispetto, spiritualità. In vigna alberelli e tendoni, compost e sovescio, potature come una volta. In cantina fermentazioni spontanee, affinamenti in legni grandi, nessuna manipolazione. Così i suoi vini finiscono per raccontare una Sicilia incredibilmente delicata ed elegante, mediterranea e sofisticata, anni luce lontana dagli stereotipi che hanno connotato questa regione negli ultimi 30 anni.