C Vino Bianco

  • Cantina Guccione
  • Regione Sicilia - Italia
  • Uvaggi Catarratto
  • Affinamento Acciaio
  • Gradazione 12.5 %
  • Formato bottiglia 0,75 L
  • Allergeni Contiene solfiti
  • Bottiglie prodotte 2500
  • Note Prodotto in Italia
23,90
Quantità ACQUISTA
Spedizione gratuita oltre i 130 €
Pagamenti sicuri

certificato
biodinamico

altri
naturali

produzione
garagista

Ottenuto dalla varietà Catarratto Extra lucido, caratterizzata da maggior eleganza. Vinificazione con macerazione di 2 settimane sulle bucce e affinamento in acciao per un vino fresco e piacevole. Un bianco di grande spontaneità, aggraziato e leggero.

LC1/18

Ad incontrare Francesco Guccione si resta colpiti dai modi nobili, dal quel sorriso che accompagna ogni parola e dalla grande calma che lascia trasparire. Eppure la storia della sua famiglia è stata caratterizzata in passato da eventi drammatici e dolorosi. Oggi i suoi vini trasmettono serenità, tutto è finalmente alle spalle e Francesco è divenuto uno degli interpreti della Sicilia enoica più autorevoli e imprescindibili. La storia dei Guccione inizia nel 1200 in Contrada Cerasa di Monreale. Un feudo di 500 ettari di terra tra seminativo, animali, ortaggi, frutta e qualche vigna. Un'azienda a ciclo chiuso come si suole dire spesso ultimamente. E' il bisnonno Vincenzo nel secolo scorso, a cavallo tra le due guerre mondiali, a dare impulso alla viticoltura di famiglia sottraendo terra al grano che sempre più era oggetto di furto in un momento di razionamento. Il testimone passerà alla figlia Agata e successivamente al padre di Francesco, Leoluca che condurrà la cantina fino alla fine degli anni '90. Verrà a mancare agli inizi degli anni 2000, coinvolto ingiustamente in qualcosa più grande di lui, lasciando la moglie e i giovani figli senza terre. Nel 2005 Francesco ed il fratello Manfredi decidono di ripartire da dove il padre li aveva lasciati con l'unico appezzamento di famiglia rimasto. Ricominciano dal biologico e dalla biodinamica, recuperanzo semplicemente gesti e pratiche che gli anziani della famiglia e Leoluca avevano sempre messo in atto. Nel 2012 Manfredi scompare prematuramente in un incidente stradale. Francesco ora è solo. Con la sua terra. E' l'anno zero. Approfondisce lo studio della biodinamica. Incontra Nicolas Joly, comprende come adattare i principi steineriani alle condizioni di Monreale. Sviluppa un proprio approccio alla viticoltura, fatta di equilibri, osservazione, non interventismo, rispetto, spiritualità. In vigna alberelli e tendoni, compost e sovescio, potature come una volta. In cantina fermentazioni spontanee, affinamenti in legni grandi, nessuna manipolazione. Così i suoi vini finiscono per raccontare una Sicilia incredibilmente delicata ed elegante, mediterranea e sofisticata, anni luce lontana dagli stereotipi che hanno connotato questa regione negli ultimi 30 anni.