certificato
biodinamico
altri
naturali
produzione
garagista
La migliore espressione del territorio valdostano per il Pinot Nero. Dall'annata 2020, un Pinot Nero allevato nella Regione Chabloz (sulla collina di Aosta a 600-700 m slm con esposizione a pieno sud e terreni franco sabbiosi ricchi di scheletro), diraspato e fermentato in acciaio sulle bucce per 12 giorni. Malolattica spontanea e nessuna chiarifica o filtrazione ma solo processi spontanei di stabilizzazione grazie al riposo e al rigore invernale. Affinato 60% in botte, 20% in anfora di gres e 20% in acciaio per 34 mesi. Prima dell'imbottigliamento vengono effettuati due travasi secondo le fasi lunari.
L.112020
Les Petit Riens sono una delle ultime emozionanti realtà affacciatesi sul panorama valdostano ed italiano.
Stefania, milanese, dopo la laurea in enologia fa esperienza prima in Valle d'Aosta, terra d'elezione, poi in Francia e Svizzera. Fabien, originario dello Jura, laureatosi a Beaune in Borgogna, viaggia in lungo e in largo per la Francia inanellando esperienze in aziende bio e biodinamiche (Marc Angeli, Cyril Fhal, Chapoutier, Overnoy) sino ad arrivare in Svizzera da Marie-Thérèse Chappaz, icona della biodinamica nel Vallese. Qui Fabien impara a conoscere le varietà di montagna e la viticoltura eroica. Ma qui Fabien incontra anche Stefania.
Sognano un'esperienza insieme, un luogo dove dar vita a Les Petit Riens. Lo trovano alle porte di Aosta, dove prendono in affitto nel 2013 due soli ettari terrazzati in montagna, sul fianco sinistro della Valle tra i 600 e gli 800 m slm. (con una piccola parcella anche sulle alture di Saint-Christophe) su terreni sabbiosi e limosi molto drenanti con esposizioni a sud con grande insolazione diurna, ventilazione, un clima secco e caldo. Questi vigneti non sono mai stati diserbati. Ereditano quindi una terra viva, dove insetti e biodiversità crescono in armonia. Il loro approccio è non interventista, fatto di rispetto, di gesti di amore che accompagnano e non piegano la natura al proprio volere. In due ettari riscoprono grazie all'aiuto di Jose Vuillamoz anche una estrema varietà di uve autoctone: 12 varietali dal Cornalin della Val D'Aosta, al Petit Rouge, al Gamay, all' Erbaluce, Syrah, Chardonnay, Mayolet, Pinot Noir, Petit Verdot, Cabernet Franc e Mondeuse Nera. Tutte vengono lavorate separatamente in contenitori distinti (pochi litri per varietale), con grande grazia e attenzione. Fabien impiega un paio di anni per vinificarle in purezza, studiarne identità ed evoluzione. Se in vigna vigono criteri di esaltazione della natura e della sua ricchezza, in cantina vige il massimo rispetto per l'uva. Fermentazioni spontanee, nessuna lavorazione invasiva, nessuna filtrazione, nè chiarifica e minimo ricorso a solfiti. I vini, racchiusi in bottiglie gioiello (dall'etichetta di Inbal Even che traduce in grafica le emozioni di Fabien e Stefania, alle capsule di cera prodotta dalle api allevate da loro stessi), sono essenziali, vivi, frutto-centrici e territoriali, ma soprattutto eleganti, delicati ed instancabili.
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