SACRISASSI ROSSO Friuli Colli Orientali DOC 2019

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Blend dei due varietali rossi della tradizione per antonomasia : Schioppettino ( 50%) e Refosco ( 50%). Raccolta manuale a fine settembre in piccole cassette, diraspatura e fermentazione spontanea in cemento con macerazione sulle bucce per 30 giorni. Sosta sulle fecce fini in botte di rovere francese per 30 mesi prima del blend e dell'imbottigliamento. Il vino che ha decretato il successo della cantina, tra le prime a puntare su vitigni autoctoni. Vino di grande longevità, fresco e schietto.

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Prepotto, provincia di Udine. Un estremo lembo nella parte orientale del Friuli (e dell'Italia), che fronteggia il confine sloveno (a meno di 5 minuti), circondato da boschi e colline che anticipano le Prealpi Giulie. Meno di 1000 abitanti e una lunga tradizione nel vino : in questa terra magica è nato lo Schioppettino. Nel 1984 Flavio Basilicata, dopo più di 10 anni di esperienze come consulente enologico nelle cantine del territorio, acquista con la moglie Silvana Forte 5 ettari di terra in collina ( un prato a fieno, un vecchio vigneto ed 1 ettaro a bosco ), divisi da una strada. Su un versante terre argillose, sull'altro marne. Nasce così Le Due Terre, richiamo esplicito a suoli così eterogenei e caratterizzanti. Reimpiantano tutti i vigneti, ormai troppo vecchi, scegliendo esclusivamente le varietà della tradizione. Nonostante la fama della regione sia per i vini bianchi, prediligono per lo più vitigni a bacca rossa : Schioppettino, Refosco e Merlot, presente in questa zona da così tante generazioni da essere considerato ormai un'uva autoctona. E Pinot Nero, considerato un piccolo vezzo, un divertimento (ma diventato una delle migliori espressioni nel Nord-Est italiano). Ed infine Friulano e Ribolla Gialla. I rossi esposti ad est, i bianchi ad ovest. Siamo negli anni '90, la regione va esattamente nella direzione opposta : uve bianche, spesso internazionali e ricorso massivo alla tecnologia in cantina. Ma Silvana e Flavio si sono sempre considerati custodi di una storia e di un territorio. Quella dimensione iniziale di 4 ettari è rimasta la stessa, cristallizzata nel tempo. Lontani dall'ingordigia dei fatturati, hanno messo al centro del loro progetto la propria famiglia ed una vita in armonia, con la natura e con i valori del luogo. Con la figlia Cora si occupano di ciascuna fase del processo vitale della cantina, dalla vigna, alla vinificazione (entrambe gestite solo manualmente), alla promozione. Antesignani di una visione "al naturale" prima di qualunque etichetta o certificazione, hanno semplicemente fatto proprio il sapere degli anziani, perchè il vino una volta si faceva così, senza manipolazioni, senza interventi, senza costruzioni. Tanta cura alle piante in vigna, nessun ricorso a prodotti di sintesi, concimi o diserbanti. Ed in cantina grande sensibilità nell'esaltare il carattere delle uve senza interferire. Fermentazioni spontanee con macerazioni in cemento o acciaio e affinamenti sulle fecce fini senza travasi per quasi due anni. Silvana, Cora e Flavio sono oggi un esempio luminoso, puro e cristallino di viticoltura artigiana e sostenibile, per visione, dimensione ed approccio. Poche bottiglie (18mila in totale), sempre ricercatissime, di grande espressività ed eleganza capaci di racchiudere con apparente semplicità tutta la meraviglia e complessità della natura.