Farra d'Isonzo, sul limitare orientale del Friuli Venezia Giulia, dove termina il Collio Goriziano e il fiume Isonzo scende dalle montagne per cercare il mare nel golfo di Trieste : questa è casa di Fulvio Bressan. Figura controversa, polarizzante, amata e criticata. Al di là delle simpatie personali, gli si riconosce un carattere forte, spesso scomodo e poco incline al compiacimento. Capace di dire sul muso verità poco popolari, deciso e polemico, esempio di homo vertical che non cede a lusinghe e compromessi, ma resta coerente con i propri principi. Nella viticoltura friulana in formato industriale così ampiamente diffusasi negli ultimi decenni, rimane un punto fermo nel preservare e tramandare la tradizione del territorio grazie ad una sua filosofia fatta di pochi ma inamovibili e granitici valori. Figlio di Nereo (che ancora oggi partecipa alla vita dell'azienda), rappresenta la nona generazione di viticoltori che lavorano le terre di proprietà della famiglia sin dal 1700. Eterno e divertito rottamatore dell'enologia moderna, riesce a far passare come audaci e tranchant pensieri e concetti che sono alla base di una viticoltura di altissima qualità. Poco più di 20 ettari a cavallo tra le DOC del Collio e dell'Isonzo (senza rivendicarne la denominazione in etichetta) impiantati e gestiti con l'obiettivo di sopravvivere alle generazioni presenti e future, dove trovano dimora prevalentemente uve a bacca rossa come Pinot Nero ( retaggio degli studi/esperienze a Bordeaux ed in Borgogna ), Schioppettino (in vigne di 130 anni), Pignolo, Cabernet Franc, Verduzzo Friulano, Moscato Rosa, Ribolla Gialla e Malvasia. Lavorazione solo manuale in vigna, carico di gemme ridotto all'osso (4-5 gemme per pianta in media), nessun ricorso ad alterazioni della natura, raccolta solo a maturazione degli acini, rese bassissime ed in cantina fermentazioni solo spontanee grazie ai propri lieviti indigeni, utilizzando legni vecchi e del territorio (ciliegio, castagno, gelso - questa era zona di allevamento dei bachi da seta) e lunghi affinamenti. Vini prodotti quando la natura lo consente, accettando di non produrre quando le condizioni sono avverse. Tutto o niente. Non esistono scorciatoie o alternative. Fulvio è un monoteista ortodosso : conosce la composizione di ognuno dei propri terreni, ponca, arenaria, ferro, suoli ottimi per i rossi. Conosce come lavorano le vigne autoregolandosi di fronte alle annate difficili, sa come prendersene cura per ottenere uve sane e vitali. Sa come vinificarle senza ricorrere a trucchi e manipolazioni. E' il depositario di una cultura accumulata in 9 generazioni di viticoltori. Non esiste un approccio differente ma solo un'unica via. I suoi vini hanno una grande magia. Vanno controcorrente, non cercano di piacere a tutti ad ogni costo, sono intensi, frutto di rese bassissime ( 30 q.li per ettaro), ma straordinariamente eleganti ed emozionanti. E quando i vini sono un riflesso della sensibilità e dell'amore di chi li realizza, forse tutto il resto è solo rumore...
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