In un comprensorio come quello delle 5 Terre, eletto a fine anni '90 Patrimonio dell'Unesco, nessun poteva esserne migliore ambasciatore di Heydi Samuele Bonanini. Quasi ventenne, alla fine degli anni '90, inizia per gioco a ripristinare i vigneti abbandonati di famiglia, appesi alle rocce estreme sopra Possaitara frazione di Riomaggiore. Era stato il nonno ad occuparsi di questi luoghi e di queste vigne ma fu il padre a doverci rinunciare. La Seconda Guerra Mondiale e l'invasione negli anni '60 di uve internazionali per vini facili ed economici, aveva reso impossibile vivere di viticoltura. Heydi di notte lavora al porto, di giorno strappa erbacce, pulisce le piane, ripristina le pietre dei muri a secco restituendo quella conformazione a terrazzamento che ha reso possibile domare queste terre ostili al lavoro dell'uomo nel tempo. A 26 anni incontra Elio Altare, che a Riomaggiore aveva creato la sua cantina a mare, così vicina e così lontana dalla tradizione delle Langhe. Altare resta colpito dall'amore e dalla dedizione profuse nell'attento ed eroico lavoro di ripristino degli appezzamenti da parte di questo ragazzo, Lo invita a vinificare le proprie uve nella sua cantina in Riomaggiore ( fino ad allora erano state conferite ), nasce così la vera scommessa di Heydi : preservare la tradizione, restituendo una nuova dignità a questi luoghi e alle persone che vi hanno dedicato una vita di sacrifici, riuscendo a dimostrare la sostenibilità economica ( con un lavoro a tempo pieno ) e la ricchezza interiore che coltivare la terra può dare, invertendo quel lento ed inesorabile processo di abbandono di questi luoghi. Inizia a recuperare vigneti confinanti presi in affitto da anziani viticoltori, si confronta con colleghi, pianta varietà storiche ( Vermentino, Bosco, Albarola, Rossese Bianco ed altre - oggi ne ha salvate dall'oblio 19 su 26 ), essenze e alberi da frutto. Nasce l'Az.Agr. Possa : 2 ettari di vigna distribuite su 7 parcelle, dove trovano dimora oltre 60 tipologie differenti di erbe aromatiche. E' un tripudio di vegetazione tipica della macchia mediterranea : capperi, salvia, maggiorana, lavanda, alloro, mirto. incenso, dragoncello, finocchio selvatico, ginepro ma anche piante di limoni, fico, pompelmo e arancia. Vigne che si alternano ad erbe spontanee ed alberi da frutto, spazzate dalla brezza marina, illuminate dal riflesso del sole che si specchia nel mare. E ancora arnie di api sulle piane più alte, impollinatori fondamentali per la formazione dei liviti sulle bucce come vespe, bombi, farfalle, coccinelle che vivono in simbiosi con la flora. Un lavoro enorme, un amore infinito per questi luoghi e per il mare. Vendemmie e vinificazioni come una volta, in barca per il recupero delle uve dalle terrazze a livello del mare, con la monorotaia per le piane più impervie e difficili da raggiungere e poi pigiatura con i piedi, nessuna filtrazione, nessun ricorso a prodotti esogeni, affinamento in vecchie botti realizzate con legni locali ( acacia, ciliegio, gelso, pero e castagno ). Qui c'è tutto : mare, sole, sapienza, tradizione e natura. I suoi vini sono marini, salini e diretti, dalla grande personalità, dalle rese bassissime ma straordinariamente ricchi dell'orgoglio di un vignaiolo che non mai ha abbandonato queste terre e alla fine ha vinto la propria scommessa.
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