Un unico cognome e due destini che si incrociano lungo lo stesso asse che dalle Langhe conduce a Milano e viceversa. Giorgio Bocca, nasce a Cuneo nel 1920, sarà partigiano della Resistenza durante la guerra difendendo le proprie terre, infine scrittore e giornalista politico a Milano. Qui nasce la figlia Nicoletta. Entrambi torneranno spesso nelle Langhe, luoghi natale del padre, per una sorta di rito di ricongiunzione con quei proprietari di terre e produttori che lo avevano aiutato a nascondersi e con cui aveva stretto amicizia. Ma le Langhe erano anche occasione di esplorazione gastronomica : il Barolo. le tume piemontesi, il tartufo. Un paradiso per gli amanti del buon bere e della cucina. Agli inizi degli anni '90 Nicoletta lavora nel mondo della moda a Milano. Sono gli anni in cui esplode Tangentopoli. Nel 1992, sono questi ricordi della gioventù a guidarla con il marito nella ricerca di una nuova casa in questa zona. Alessandro Fantino le mostra una piccola proprietà a Dogliani con vigne impiantate tra il 1930 ed il 1980 : San Fereolo (dal nome del santo a cui è dedicata la cappella del XVII sec. che sorge sulla collinetta dove si trova la cantina). Siamo nella zona sud-ovest delle Langhe, terra di Dolcetto, uva tradizionalmente considerata minore rispetto al "nobile ed aristocratico" Nebbiolo. Un'uva che veniva vinificata per un vino da tavola destinato a consumo quotidiano, immediato, popolare e democratico : frutto, acidità e tannino. Senza alcuna formazione tecnica nè conoscenza della terra, incomincia poco alla volta a prendersi cura delle vecchie vigne cercando conforto e sapere nei vicini. Riscopre il senso degli scritti del padre, capace di leggere con dieci anni di anticipo il rischio della perdita di cultura e di radici nello spopolamento delle campagne. Fa suo questo valore, recupera vecchi appezzamenti che anziani contadini non riescono più a lavorare, comprendendo la necessità di lottare perchè Dogliani e la campagna sopravvivano di fronte alle forza di attrazione della grande industria. Il vino assume una valenza sociale. Nel 1999 con la nascita del figlio Pietro impianta 4 ettari di vigne nuove e dal 2004 decide di applicare i principi steineriani della biodinamica come esigenza di risposta ad un pensiero più articolato sulla natura, capace di spingersi oltre la lettura fisica della vigna sapendone decifrare i processi vitali, le relazioni con un ambiente corale e con l'uomo. Oggi Nicoletta Bocca attraverso i suoi 12 ettari di vigne, rappresenta una storia di riscatto di un territorio e di un'uva, che con il suo vino di punta San Fereolo, tenta di elevare alla dignità che si merita : un vino da invecchiamento, completo ed equilibrato, forse meno immediato rispetto all'interpretazione classica ma più complesso e autentico.
San Fereolo è socio di Renaissance des Appellation.
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